Lasciar andare i sensi di colpa
Il senso di colpa è secondo me tra le emozioni più complesse da gestire. Sentirsi in colpa può essere molto doloroso: "non riesco a perdonarmi per quello che ho fatto", "ho mangiato troppo e per questo mi sento una brutta persona", "ho ceduto a quel cioccolatino dopo cena e non merito nulla di buono". Quante volte ho sentito queste frasi dalle mie pazienti? Troppe. E quante volte abbiamo abbandonato la via puramente prescrittiva per una via maggiormente percettiva? Tante.
Il senso di colpa è un'emozione, un impulso che ha una valenza negativa perché nasce dal giudizio negativo di uno specifico atteggiamento (mancato o compiuto) nel passato. Eh sì, perché è rimuginare sul passato che comporta questo sentimento. I sensi di colpa derivano dall’aver "tradito" i nostri codici di comportamento interni. Quindi, è un continuo riportare il passato nel presente tramite immagini e pensieri legati, per esempio, ad un evento. Tutto questo ruminare porta a staccarsi dalla realtà e a non godere a pieno della quotidianità.
Il mio intento, invece, è riportare l'attenzione al presente, al qui e ora.
Sentire una colpa implica infrangere un qualcosa, o essersi accorti di avere avuto la possibilità di agire in un altro modo ma di non averlo fatto. Ma allora perché non chiamarlo con un'altra definizione? Non andrebbe meglio dire "prendersi le proprie responsabilità"?
Prima di arrivare all’accettazione, però, è necessario gestire l’emozione dolorosa familiarizzando con essa, conoscendola e cercando di capire cos’è e come agisce e da cosa dipende.
Dunque, a meno che i sensi di colpa non siano in realtà necessari per prendere coscienza delle proprie responsabilità, o per innescare il desiderio di un cambiamento positivo, in realtà non servono a nessuno, meno di tutti a noi.
Che cosa, allora, deve essere fatto per interrompere questo circolo vizioso? Voglio darvi alcuni suggerimenti utili per ridurre e, auspicabilmente, eliminare il senso di colpa: 1) Diciamo a noi stesse che abbiamo fatto il meglio che potevamo fare, magari quando abbiamo agito eravamo troppo arrabbiate, ansiose, tristi, distratte per essere pienamente lucide. Dobbiamo sforzarci di accettare il fatto che, in alcune particolari circostanze psicologiche o fisiche non possiamo dare il meglio di noi e questo è assolutamente normale. 2) Perdoniamoci. Facciamo una breve considerazione: al momento del nostro comportamento "scorretto", non sapevamo quello che, invece, abbiamo capito successivamente (il cosiddetto "senno di poi”) altrimenti molti errori si sarebbero potuti evitare. Ma, ahimè, il senno di poi non esiste nella realtà. 3) Smettiamo di essere dure con noi stesse. Tendiamo a colpevolizzarci per errori che tutte le persone normalmente fanno? Se è così è necessario essere più indulgenti con sé stessi. Essere meno in ansia rispetto alla possibilità di sbagliare ci lascia più risorse e più energie per concentrarci sulle cose e stimolarci a fare sempre meglio.
È luogo comune pensare che non si debbano commettere sbagli, ma ammettere di aver fatto un passo falso ci consente di rimediare.
C’è un reale motivo per sentirsi in colpa, o se è solo una percezione sbagliata?
Proviamo a fare un ragionamento: ti capita mai di sentirti in colpa per qualcosa che hai mangiato e trovarti a pensare che “sei una fallita” o una “brutta persona”?
Spesso il senso di colpa diventa causa degli insuccessi di un percorso di dimagrimento, perché alimenta tristezza e rabbia che vengono sfogate sul cibo come atto scatenato da una trasgressione a delle regole. Ovviamente questo atteggiamento è frutto di convinzioni sul fatto che esistano cibi buoni e cibi cattivi, cibi che fanno male e cibi che non fanno male. Io lo chiamerei piuttosto "terrorismo psicologico", spesso alimentato proprio (e mi spiace dirlo) anche da colleghi troppo poco indulgenti.
Ecco, è proprio a queste sensazioni e percezioni che mi riferisco.
Se vuoi davvero liberarti per sempre dai sensi di colpa alimentari devi eliminare le convinzioni e le credenze radicate che ti causano tristezza, senso di abbattimento e perdita di motivazione.
Ecco, se sei arrivata fin qui, voglio darti un ultimo consiglio: individua una persona, una professionista, qualcuno che promuove un approccio al cibo pacifico e sereno. E non solo! Fai in modo che quella persona che scegli di seguire dimostri di avere proprio quell’equilibrio di cui parla.
Permetti a te stessa di sbagliare Durante il tuo percorso cadrai e sbaglierai 100 volte e te ne alzerai altrettante. Una frase che mi piace recita "La velocità del successo si misura nella capacità e nel tempo che ti serve per rialzarti ogni volta da una caduta." Significa imparare a individuare cosa ti fa stare bene e cosa no. Il tuo corpo è il mezzo meraviglioso grazie al quale puoi fare esperienza in questo mondo: ascoltalo e impara a fidarti di lui, troverai tutte le soluzioni e tutte le risposte che cerchi.
Pensi che sia arrivato il momento di iniziare a costruire concretamente il TUO progetto? Hai definito con chiarezza i TUOI obiettivi? Vedi bene a fuoco la TUA direzione?
Se hai scelto di mangiare in modo più consapevole, ti offro il mio aiuto per iniziare insieme a me a riprogettare il tuo benessere, partendo da te, dai tuoi gusti e preferenze, dal tuo stile di vita e dalle tue caratteristiche uniche!
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Giorgia
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